Come si produce vino nel segno delle donne, sfuggendo alla retorica? Francesca Moretti risponderebbe «con sensibilità e pragmatismo».
È da oltre duecento anni che il cammino di Petra ha un passo femminile. Anche Elisabetta Bonaparte scelse questo luogo per stabilire il primo nucleo di un progetto agricolo e vitivinicolo.
Due secoli dopo, nel corso di un viaggio in macchina a Bordeaux con il padre Vittorio, Francesca Moretti si innamorava della storia e della cultura degli chateaux e decideva di accantonare l’idea di diventare veterinaria per studiare agraria ed enologia, avviando da subito la ricerca di una proprietà da convertire in azienda vinicola alla maniera bordolese.
La Toscana era una scelta forse ovvia negli anni 90, ma non tanto ovvia era l’intuizione di orientarsi sulla Maremma, e non sul più gettonato bolgherese, quanto sulla fertile Val di Cornia - Suvereto. Così nel 1997 vengono acquistati i primi ettari, l’inizio di un grande progetto enologico d’amore.
Petra – Petra è composto dall’assemblaggio delle uve Cabernet Sauvignon 60%, Merlot 28%, Cabernet Franc 12%. Simbolo stesso del progetto, tanto da portarne il nome. Le uve vengono vendemmiate manualmente su terreni scelti. Di colore rosso rubino brillante. Al naso, richiama sentori di frutta fresca, mora selvatica, ciliegia e ribes. A questi aromi, si intrecciano note speziate
di caffè e liquirizia, che insieme a note balsamiche, donano un bouquet complesso e fine. Potenza e volume, freschezza e mineralità. Il tannino è equilibrato dove si intravede un’ottima capacità di invecchiamento. Petra affina in barriques di rovere francese, di cui il 25% nuove, per almeno 18 mesi e continua in bottiglia per un periodo minimo di 18 mesi.
Abbinamenti: brasati, carni pregiate, tartare di carne, primi piatti ai funghi,tartufo bianco e formaggi. Tagliere di salumi assortito.
Come si produce vino nel segno delle donne, sfuggendo alla retorica? Francesca Moretti risponderebbe «con sensibilità e pragmatismo».
È da oltre duecento anni che il cammino di Petra ha un passo femminile. Anche Elisabetta Bonaparte scelse questo luogo per stabilire il primo nucleo di un progetto agricolo e vitivinicolo.
Due secoli dopo, nel corso di un viaggio in macchina a Bordeaux con il padre Vittorio, Francesca Moretti si innamorava della storia e della cultura degli chateaux e decideva di accantonare l’idea di diventare veterinaria per studiare agraria ed enologia, avviando da subito la ricerca di una proprietà da convertire in azienda vinicola alla maniera bordolese.
La Toscana era una scelta forse ovvia negli anni 90, ma non tanto ovvia era l’intuizione di orientarsi sulla Maremma, e non sul più gettonato bolgherese, quanto sulla fertile Val di Cornia - Suvereto. Così nel 1997 vengono acquistati i primi ettari, l’inizio di un grande progetto enologico d’amore.
Hebo – Petra è rappresenta l’rentrée dell’azienda, motivo per cui tanta attenzione gli è rivolta.
Nasce dall’assemblaggio delle uve Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese. Il colore rubino è lucente, i profumi svelano freschi sentori di amarene, violette, mirtilli, prima di virare su seducenti cenni minerali e nuance di macchia mediterranea. Al gusto il vino è strutturato ma fresco, sapido, di bello slancio. Finale piacevolmente fruttato, delicato nella veste sapida e dai tannini gentili.
Abbinamenti: vino versatile adatto a pietanze di terra e di carne, pizze rustiche, torte salate, salumi e formaggi medio freschi.
Come si produce vino nel segno delle donne, sfuggendo alla retorica? Francesca Moretti risponderebbe «con sensibilità e pragmatismo».
È da oltre duecento anni che il cammino di Petra ha un passo femminile. Anche Elisabetta Bonaparte scelse questo luogo per stabilire il primo nucleo di un progetto agricolo e vitivinicolo.
Due secoli dopo, nel corso di un viaggio in macchina a Bordeaux con il padre Vittorio, Francesca Moretti si innamorava della storia e della cultura degli chateaux e decideva di accantonare l’idea di diventare veterinaria per studiare agraria ed enologia, avviando da subito la ricerca di una proprietà da convertire in azienda vinicola alla maniera bordolese.
La Toscana era una scelta forse ovvia negli anni 90, ma non tanto ovvia era l’intuizione di orientarsi sulla Maremma, e non sul più gettonato bolgherese, quanto sulla fertile Val di Cornia - Suvereto. Così nel 1997 vengono acquistati i primi ettari, l’inizio di un grande progetto enologico d’amore.
Alto – Petra è un Sangiovese purosangue. Le uve vengono raccolte a mano. La fermentazione è accompagnata da lunga macerazione sulle bucce. Invecchiamento di almeno 2 anni in grandi botti di Slavonia. Infine evolve in bottiglia per circa 18 mesi prima della commercializzazione. Il colore è rubino lucente, i profumi incentrati su note di sottobosco, humus, piccoli frutti rossi e violette, accompagnati da una vena minerale in sottofondo. L’assaggio denota freschezza e sapidità, eleganza e complessità, pur nel solco di un certo vigore.
Abbinamenti: brasati, carni pregiate, tartare di carne, primi piatti ai funghi,tartufo bianco e formaggi. Tagliere di salumi assortito.
Unica e irripetibile creata esclusivamente per noi, il nostro rum, un’edizione limitata che potesse esprimere e trasmettere la passione, l’impegno e la dedizione con cui viviamo il nostro lavoro.
Plantation Barbados 10 yo. By Enoteca Partenopea 1951 nasce così:
- 5 anni di maturazione in botti di bourbon
- 5 anni e mezzo di maturazione in botti di cognac
- 4 mesi finish in botti di sherry oloroso
Al naso è elegante e armonioso, il bouquet sprigiona principalmente legno e note tostate, seguono poi rotondi sentori di sandalo. Un rum che al palato risulta netto, di impatto, potente. Non appena inizia il movimento, quindi il vero e proprio assaggio, ecco che si riscalda e oltre alla seriosità dei legni, ci mostra il suo lato rotondo, caldo e ricco, quello per cui non lo lasciamo più. Ingresso potente e morbida continuità, resta serioso ma accattivante nello stesso tempo. Finale pulito e persistente.