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Rubino compatto molto brillante. Al naso si mostra concentrato con note di frutti rossi, principalmente marasca, arancia rossa matura e spezie. Al palato è ricco ed avvolgente, con una bellissima tensione che permette di esaltare la trama tannica perfettamente integrata. Il finale affascina, per la grande sapidità e la lunga persistenza. Un vino di straordinaria integrità, con un grande potenziale di invecchiamento, al cui maturazione avviene per almeno 24 mesi in botti di rovere di Slavonia.
Abbinamenti: sicuramente in accostamento a pietanze succulente, sapide e grasse, in quanto il suo potere sgrassante pulisce il palato, quindi agnello, stinco, tagli pregiati alla brace e primi di carne e di terra, su un tagliere assortito di salumi e formaggi a pasta dura non guasta mai!
Vesbius un vino che nasce da uve di altissima qualità, le varietà autoctone coltivate a piede franco Piedirosso 60% e Aglianico 40%. I 24 mesi di affinamento in botte grande fanno si che queste uve si amalgamino e diano il meglio, trionfando in un’armonia di note e sentori ben precisi. Si può definire l’eccellenza del Vesuvio o più per esteso, del territorio campano, un’ottima alternativa al famigerato Taurasi, ben diverso ma ben comparabile con quest’ultimo in termini di importanza.
Al naso è fine, la presenza di note a bacca scura tra cui il gelso accompagnano i legni dolci ben percepibili in questo accattivante bouquet, seguono sentori di terra e sottobosco. Al palato è elegante, armonioso, non mancano note fresche, di ottimo corpo e trama tannica ben levigata, una melodia per le papille!
L’etichetta raffigura un serpente a tre teste annodato al novilunio, che reca dei motivi ispirati ai decori delle ville romane rinvenute nel sito archeologico di Cava Ranieri a Terzigno, località dov’è sita l’azienda e i suoi vigneti. La Luna nuova rappresenta un messaggio di rinascita del territorio, che si riprende dalle disastrose conseguenze della pandemia, è un simbolo di buon auspicio, così come il serpente che nell’antichità rappresentava la divinità protettrice dell’abitazione, le tre teste rappresentano il nome della località di Terzigno, secondo alcuni storici, deriverebbe da Ter Ignis, ovvero,tre volte bruciata dalla lava.
Solo 2.666 bottiglie prodotte.
Abbinamenti: tartare di Chianina, tartine al tartufo, crostino toscano, tagliere di salumi e formaggi di medio alta stagionatura, sia primi che secondi a base di carne e di terra.
“O’ Cuognolo” ovvero “i sentieri” del Vesuvio che ne sono tanti e tutti spettacolari!
Ed è proprio in questi luoghi che nasce questo Piedirosso in purezza, un tocco di freschezza dai caldi terreni vulcanici. Al naso primeggiano note di piccoli frutti rossi e pepe bianco. Il palato è fresco, giovane, vibrante e morbido.
Abbianmenti: spaghetti al pomodoro del Piennolo, bruschette, carne, salumi e formaggi freschi e a pasta molle, bolliti.
Il nome Lacryma Christi, deriva da una leggenda che narra che Lucifero, l’angelo cacciato per le sue nefandezze dal Paradiso, rubò dispettosamente un pezzo del paradiso per poi sprofondare nelle viscere dell’Inferno lasciando dietro di sé una voragine da cui sorse il Vesuvio. Si dice che Gesù, riconoscendo nel Golfo di Napoli il Paradiso rubato, pianse e dalle sue lacrime nacquero i vigneti di questo vino.
“Muscari” è il classico vino nato ai piedi del Vesuvio, un vino che è anima di questo territorio, proveniente dal tipico assemblaggio delle uve Piedirosso e Aglianico, è un vino di trama corposa, da bere in accostamento ai piatti della tradizione napoletana e non solo. Andando per ordine: al naso ben presenti sono le note di frutta a bacca rossa a tratti ancora acerba, seguite da note di tabacco e spezie. Al palato è strutturato, imponente è il tannino che nello stesso tempo è ben bilanciato grazie alla morbidezza compensata dal Piedirosso. Ottima persistenza.
Abbinamenti: pasta con pomodorini del “Piennolo”, ragù napoletano e primi a base di carne, carne ai ferri o filetti in salse, salumi e formaggi di medio alta stagionatura.
Il nome Lacryma Christi, deriva da una leggenda che narra che Lucifero, l’angelo cacciato per le sue nefandezze dal Paradiso, rubò dispettosamente un pezzo del paradiso per poi sprofondare nelle viscere dell’Inferno lasciando dietro di sé una voragine da cui sorse il Vesuvio. Si dice che Gesù, riconoscendo nel Golfo di Napoli il Paradiso rubato, pianse e dalle sue lacrime nacquero i vigneti di questo vino.
“Janesta” Lacryma Christi bianco proviene dall’assemblaggio delle tradizionali uve Coda di Volpe e Falanghina. È un vino di grande piacevolezza ed ottima versatilità per i piatti della tradizione napoletana e non solo. Al naso il bouquet è deliziosamente fruttato: mela, ananas e albicocca lasciano spazio ai fiori bianchi della macchia mediterranea. Al palato tanta è la freschezza, ottima sapidità ed equilibrio.
Abbinamenti: crudi di mare, risotti di pesce, zuppa di cozze, verdure, primi ai frutti di mare.
Ton significa argilla, che è il materiale principale di cui è fatta l’anfora nella quale questo vino è maturato. Il più antico contenitore per vino lascia un “tono” unico, intensificandone le caratteristiche, l’anfora dona corpo e carattere. Ton è un vino particolare si evolve sprigionando note fruttate e fresche, con sentori di gesso e sasso bagnato.
Blend di 2 annate: 50% 2018 e 50% 2019.
Fermentazione e maturazione in anfora per 24 e 12 mesi.
Continua la sua maturazione in bottiglia per 8 mesi, prima della commercializzazione.
Abbinamenti: sposa piatti di pesce saporiti come spaghetti al riccio, tartine con bottarga burro e pomodorini, pesce e crostacei ai ferri, si può osare con carini delicate, pietanze di terra come quelle a base di funghi.
Selezionate uve Pinot Bianco proveniente da giovane e singolo vigneto. Vino di base eccellente e di ottimo potenziale, che si percepisce subito per la sua freschezza che punta lontano in termini di evoluzione nel tempo. Armonioso ed elegante, le delicate note di fiori bianchi, camomilla e fieno sono finemente incorniciate da note tostate, morbide e cremose. Vino intenso, etereo e raffinato. Fermentazione e maturazione in barrique per 12 mesi (nuove per 1/3) con ulteriore affinamento in bottiglia di 6 mesi.
Abbinamenti: piatti a base di pesce ai ferri o al forno anche accompagnati da riduzioni o salse, carni delicate, teneri filetti in salse vegetali o pesti, formaggi sia a pasta molle che più stagionati.
Insolitus è la linea dei vini “sperimentali”, della secolare azienda Abbazia di Novacella. Sui vini dedicati a questa linea, si fanno “esperimenti” che hanno per oggetto l’esperienza, l’amore per un territorio e per la natura, le sfide con il tempo le scelte sull’affinamento che è unico per ogni etichetta e ovviamente la scelta delle uve, cuvèe e vigneti specifici.
“Insolitus è il nostro spazio per l’innovazione e lo sviluppo continuo di un artigianato antico. È giocare con la materia, la sapienza e il tempo.”
Il 6234 è la prima proposta di vino, dell’Abbazia, proveniente da un solo vigneto. La particella che porta questo numero produce uve di Pinot Nero fini e fruttate che, dopo la loro accurata vinificazione ed attraverso la maturazione in barrique per 2/3 e anfora per 1/3, per un tempo totale di circa 36 mesi, danno origine a un vino elegante, delicato, minerale e di tanta finezza. L’età del vigneto è di 25 anni. Prima della commercializzazione riposa in cantina per un ulteriore anno circa. Sia al naso che al palato c’è un primis un’esplosione di piccoli frutti rossi e neri, segue poi la liquirizia dolce, note boschive e balsamiche infine si fatto spazio. Netta è la freschezza, acidità e tannini sono ancora ben pronunciati e questo lo proietta lontano nel tempo. Un’esperienza unica come tutte le etichette della linea Insolitus.
Abbianamenti: principalmente carni tenere al forno e in salse, contorni e pietanze di terra.
Orchestra con la sua vibrante freschezza e mineralità, riesce a coniugare
l’esuberante aromaticità di alcune delle varietà del suo uvaggio che è composto da: Sylvaner, Pinot Grigio, Kerner, Riesling e Gewürztraminer, dando vita ad una vera e propria cuvée. La fermentazione e la successiva maturazione vengono svolte in serbatoi di acciaio inox per circa 8 mesi, in modo tale da esaltare senza alterare le caratteristiche di ogni singolo vitigno. Questo vino effettivamente è un’orchestra completa, ogni strumento suona alla perfezione, un’armonia infinita.
Il colore è giallo paglierino con riflessi caldi, cristallino. Al naso suona un’orchestra di profumi floreali come note di rosa, erbe fresche, per finire su note fruttate come la pera, mela gialla, melone bianco e litchi, tutto estremamente espresso elegantemente. Al palato ritorna tutto, è un vino dagli aromi freschi, vibranti, croccanti che sposano una morbidezza piacevolmente accattivante, il palato è avvolto da tanta armonia. Ottimo corpo e persistenza.
Abbinamenti: pietanze di mare in generale, sughi saporiti come i polipetti alla luciana, calamarata, genovese di mare, carni bianche o di tenero vitellino con salse fresche o alle erbe.
Mazzon è denominata la “Cote d’Or italiana” i nostri Gran Cru, il paradiso del Pinot Nero. In questa etichetta si contraddistingue il timbro unico e inconfondibile stile Mazzon. Non il solito Pinot Nero, questo è intenso, ricco, corposo, visibilmente denso. Rosso rubino con riflessi mattonati. Al naso c’è la pietra focaia, tostatura, legni dolci, seguiti da frutti rossi, in particolare ciliegia candita, violetta, fiori secchi, frutta secca. Al palato la sensazione tattile è setosa, vino vellutato, armonioso, elegante, con una punta di acidità che si adatta perfettamente.
In abbinamento a risotti gourmet, petto d’anatra, filetti in salse o al vino rosso, salumi e formaggi di stagionatura medio-alta.
Con l’appellazione dell’omonimo comune della Borgogna del sud, proveniente dallo stesso vitigno con cui viene prodotto il Beaujolais, ecco il “Saint Amour” uno dei Cru di Beaujolais. Vino semplice in termini di struttura, vino poco complesso e di “pronta beva”, rientra sicuramente nella categoria dei “vini d’accompagnamento”, ovvero, vini che risultano piacevoli sin dal primo sorso senza coprire o invadere l’abbinamento, o da poter bere come aperitivo anche appena freschi accompagnato da degli stuzzichini freschi. Leggero, piacevole, fresco, da bere anche nelle calde sere d’estate ad una temperatura più fresca.
Gratena Nero è un vitigno a bacca scura toscana scoperta, battezzata e prodotta esclusivamente proprio da Fattoria di Gratena, piccolo e meticoloso produttore bio nella zona del Chianti. Ma com’è Gratena Nero?
È un vino di ottimo corpo e spalla alcolica importante ciò nonostante non pecca di armoniosità, il tannino è ben presente ma levigato. Caratterizzato da un colore impenetrabile, è un vino intenso, caratteristica ben presente al palato, dove resta attaccato alle papille lasciando una piacevole sensazione leggermente astringente che invoglia un altro sorso e al naso, dove esprime note mature di amarena nera, prugna scura, gelsi, vaniglia, legni dolci, terra. Un vino che è un’esperienza, un’ emozione. Non tutte le annate vengono prodotte, solo quando le condizioni della vite e della vendemmia sono ottimali. Poche bottiglie prodotte il cui numero è indicato sempre in etichetta.
Anche l’abbinamento è interessante, sicuramente perfetto con tutto ciò che sia carne alla brace, o brasati, filetti in salse e sughi speziati, primi piatti strutturati come il ragù di cervo o cinghiale. Tagliere di salumi misto e formaggi di medio – alta stagionatura.