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Tra i vini campani ed italiani più importanti non può non citare il Terra di Lavoro.
Un vino che rappresenta, insieme ad alcuni altri, la punta di diamante della viticoltura campana.
Composto dal sapiente assemblaggio di uve Aglianico e Piedirosso, il Terra di Lavoro è un vino di grande spessore sotto ogni aspetto, a partire dal colore che è di un rubino così intenso con meravigliosi riflessi granati. Il bouquet organolettico va dalla violetta ai fiori secchi, dalla frutta a bacca rossa a sentori di cuoio, legno e una punta di pepe ed altre spezie. Al palato risulta intenso, caldo, tannico, corposo.
Abbinamenti: tagliere di salumi provenienti da nord a sud, formaggi di medio alta stagionatura, carne alla brace, selvaggina e primi piatti con la medesima base.
Proveniente dall’atipico, sapiente e unico assemblaggio di Cabernet Sauvignon per la maggiore, Merlot, e Aglianico. Lenta è la maturazione in legno che dura circa 14 mesi prima dell’imbottigliamento dopo il quale continua il suo riposo. Assemblaggio atipico se si pensa che con questo vino ci troviamo a San Cipriano Picentino in provincia di Salerno, Campania. Il risultato è straordinario, vino che abbina struttura con raffinatezza e affianca il suo lato austero con la morbidezza dei suoi tannini. Unico nel suo genere, corpo importante, piacevoli sentori di frutta a bacca scura matura e sottobosco, cuoio, pepe e legno bagnato.
Abbinamenti: sicuramente l’ideale è la carne alla griglia, selvaggina, primi piatti di terra, piatti speziati alla soia.
Di un rosso rubino intenso, questo è un aglianico “gentile” se così si può definire, dotato di buona struttura e freschezza, sapido ed equilibrato. Al palato è intenso: si percepiscono note di frutti rossi maturi e spezie, il tannino è presente e tipico di questo vitigno ma ben smussato.
Per gli abbinamenti: salumi e formaggi stagionati, carni alla brace, cacciagione, primi conditi con sughi importanti.
Vesbius un vino che nasce da uve di altissima qualità, le varietà autoctone coltivate a piede franco Piedirosso 60% e Aglianico 40%. I 24 mesi di affinamento in botte grande fanno si che queste uve si amalgamino e diano il meglio, trionfando in un’armonia di note e sentori ben precisi. Si può definire l’eccellenza del Vesuvio o più per esteso, del territorio campano, un’ottima alternativa al famigerato Taurasi, ben diverso ma ben comparabile con quest’ultimo in termini di importanza.
Al naso è fine, la presenza di note a bacca scura tra cui il gelso accompagnano i legni dolci ben percepibili in questo accattivante bouquet, seguono sentori di terra e sottobosco. Al palato è elegante, armonioso, non mancano note fresche, di ottimo corpo e trama tannica ben levigata, una melodia per le papille!
L’etichetta raffigura un serpente a tre teste annodato al novilunio, che reca dei motivi ispirati ai decori delle ville romane rinvenute nel sito archeologico di Cava Ranieri a Terzigno, località dov’è sita l’azienda e i suoi vigneti. La Luna nuova rappresenta un messaggio di rinascita del territorio, che si riprende dalle disastrose conseguenze della pandemia, è un simbolo di buon auspicio, così come il serpente che nell’antichità rappresentava la divinità protettrice dell’abitazione, le tre teste rappresentano il nome della località di Terzigno, secondo alcuni storici, deriverebbe da Ter Ignis, ovvero,tre volte bruciata dalla lava.
Solo 2.666 bottiglie prodotte.
Abbinamenti: tartare di Chianina, tartine al tartufo, crostino toscano, tagliere di salumi e formaggi di medio alta stagionatura, sia primi che secondi a base di carne e di terra.
Quaestio è il risultato del sapiente assemblaggio delle uve Aglianico e Piedirosso che, in altri casi insieme al Primitivo, rappresentano le uve che caratterizzano il Falerno del Massico e i vini che provengono dalla zona di Sessa Aurunca e dintorni. La scelta aziendale ricade sulla viticoltura biologica per “contaminare” quanto meno, l’espressione di questi vini. Quaestio è un Falerno di ottimo equilibrio, la corposità del vino non va ad intaccarne la rotondità.
L’affinamento in botti di legno grande, seguito da quello in altre botti più contenute, per un totale di 12 mesi, dona al vino note ricche, speziate, riportando in seconda battuta, prugna e frutti a bacca scura. Il palato è corposo, tannico al punto giusto, con chiusura morbida.
Abbinamenti: primi piatti di carne o di terra, filetto in salse o carne ai ferri. Salumi e formaggi di media stagionatura.