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Composto da uve Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio è una classica e superlativa espressione di Etna Rosso. Vino di grande eleganza, il colore è traslucido, di un rubino scarno che è caratteristica dei vitigni da cui nasce l’espressione più raffinata dei rossi siciliani. Al naso esplodono note di frutta a bacca rossa, lampoe, ribes, ciligia, con note ancora acerbe. Al palato è armonioso, la tannicità gli dona corpo e intensità ma l’affinamento in legno ne leviga le durezze. Lunga la persistenza.
Abbinamenti: carni bianche, faraona, filetti in salse, formaggi di media stagionatura, salumi, bolliti con mostarda piccante.
Chianti Rufina dell’azienda Selvapiana è un Sangiovese puro dal colore rubino brillante. Quello che differenzia il Chianti proveniente dalla Rufina è l’eleganza, un Chianti raffinato, dove tutti gli elementi sono ben bilanciati e l’armonia prevale, ed è proprio quello che si cerca quando si sorseggia un buon calice di vino. Al naso si presenta come il tipico Sangiovese dalle note di terra bagnata, cuoio con leggere note pepate seguite da ciliegia e fiori essiccati. Al palato è fine, avvolgente, morbido e succoso, molto gradevole la persistenza.
Abbinamenti: carine delicate o ai ferri, torte salate, bolliti con mostarda piccante, primi di terra e carne, taglieri misti, formaggi di media stagionatura.
Rocche dell’Annunziata è il Barolo Riserva della famiglia Scavino. Lo storico e prestigioso “Grand Cru” del paese di La Morra. Rocche dell’Annunziata è finezza, dettagli, eleganza senza fine, è una sinfonia di aromi eterei con “movimenti” armonici. Petali di rosa, violetta, lillà, ciliegie rosse dolci, menta, minerali, sono alcuni dei tratti distintivi di questo eccezionale Barolo. Trama setosa, vino armonioso ed elegante.
Ideale sulla carne: selvaggina, carni rosse, filetti in salse, pane cafone e salumi come speck, capocollo, prosciutto crudo in alte stagionature, sughi più o meno articolati di terra e carne.
Cannubi è probabilmente il vigneto più storico di tutta la regione, nel comune di Barolo, il più antico, impiantato nel 1946 nel cuore della collina Cannubi. La bassa resa di questo vigneto è dovuta “all’anzianità” delle viti che garantisce una qualità unica. L’espressione più tipica e caratteristica del Cru di Barolo dove il fascino del Nebbiolo si esprime pienamente. Consistenza armoniosa e molto fine, ricco e complesso, elegante e straordinario.
Da abbinare alla carne: selvaggina, carni rosse, filetti in salse, pane cafone e salumi, sughi più o meno articolati di terra.
È da considerare un “Grand Cru”, si trova nella zona di Verduno, siamo nella parte più alta, l’estremo nord di Barolo. È un vino di grande finezza e complessità aromatica, spiccatamente floreale e speziato, sapido, balsamico. Il naso è vivido e composto. Un cru estremamente elegante, femminile, di carattere.
Ideale con la carne rossa, carni bianche in salse, salumi stagionati, formaggi con stagionature medio-alte e gusto deciso, pasta con sughi più o meno complessi, crostini toscani. Da solo, per concedersi un momento di meditazione.
Sito a nord-est nel cuore di Roddi, il Cru “Bricco Ambrogio” ha uno spettro aromatico ricco e intenso, morbido e levigato con un ottimo equilibrio acido-tannico. Barolo profondo e vellutato. Ottima la persistenza. Vigneto potente che dona vini longevi, vellutati con caratteristiche uniche.
Ideale con tutto ciò che concerne la carne rossa, carni bianche in salse, salumi stagionati, formaggi con stagionature medio-alte e gusto deciso, pasta con sughi più o meno complessi.
Questo Barolo rappresenta la storia e la tradizione dell’azienda, proviene dai migliori appezzamenti di sette “cru” di Barolo e grazie a questa diversità di suoli, esposizione e altitudine, nasce un Barolo in grado di offrire armonia e complessità nello stesso tempo.
Ogni parcella dei cru viene vinificata separatamente ed affinata in botti di rovere francese (barrique) per 10 mesi e ulteriori 12 mesi in botti grandi, dopo il quale seguirà un ulteriore ed ultimo periodo di circa un anno, di maturazione in vasche di acciaio inox e 10 mesi di affinamento in bottiglia prima della commercializzazione.
Il Vino è pronto, di piacevole beva, un Barolo elegante e giovane senza risultare banale, complesso, con tannini vividi ma rotondi, un Barolo in “chiave moderna”.
L’abbinamento ideale è legato a tutto ciò che concerne la carne rossa, bolliti, carni bianche, salumi stagionati, formaggi con stagionature medio-alte e gusto deciso, pasta con sughi più o meno complessi.
L’orgoglio della Castello Romitorio. Vino “inebriante”, un naso ampio di quercia e di frutta: accenti di marasche, viole e melagrana. Ci sono anche venature di terra che con l’invecchiamento si amalgamano perfettamente a sfumature di salvia e di soia.
I tannini sono molto ben bilanciati decisi ma fini, donando così una struttura eccezionale. Questo Brunello si evolve e muta continuamente a contatto con l’aria, la lieve sensazione di astringenza dei tannini invoglia ad altri sorsi. Questo vino lascia il segno sin dal primo momento in cui viene messo in commercio, ma diventa ancora più fedele a se stesso man mano che invecchia.
Tagliata di carne, bistecche, ragù, bolognese, boscaiola, ravioli con provola e pecorino al sugo, spezzatino, roast beef, sono gli abbinamenti ideali. Tagliere di salumi, formaggi, pane cafone, crostino di fegatino toscano, per esaltarne l’essenza.
“Professo’ è l’appellativo che ero solito attribuire ai grandi tra gli enologi con i quali ho avuto la fortuna di collaborare, quelli i cui preziosi insegnamenti sono alla base della mia visione, una personale interpretazione della tenacia dell’Aglianico e la voglia di maritarsi del Piedirosso”.
La forza dell’Aglianico (75%) si lascia ingentilire dal Piedirosso (25%) creando un prodotto unico. Le selezionatissime uve del territorio avellinese e l’esperienza dell’enologo e produttore Raffaele de Martino danno vita a vini speciali. Grazie alla sua maturazione per 14 mesi in tonneau di rovere francese e al sapiente assemblaggio delle uve, Professò esprime l’eleganza del territorio di provenienza. Calore, corpo e struttura si uniscono a sensazioni avvolgenti, al palato è armonioso e lungo. Il bouquet è ricco di frutto, di legni morbidi e spezie.
Abbinamenti: pietanze succulenti e saporite, carni ai ferri, salumi e formaggi stagionati. Da meditazione.
Come si produce vino nel segno delle donne, sfuggendo alla retorica? Francesca Moretti risponderebbe «con sensibilità e pragmatismo».
È da oltre duecento anni che il cammino di Petra ha un passo femminile. Anche Elisabetta Bonaparte scelse questo luogo per stabilire il primo nucleo di un progetto agricolo e vitivinicolo.
Due secoli dopo, nel corso di un viaggio in macchina a Bordeaux con il padre Vittorio, Francesca Moretti si innamorava della storia e della cultura degli chateaux e decideva di accantonare l’idea di diventare veterinaria per studiare agraria ed enologia, avviando da subito la ricerca di una proprietà da convertire in azienda vinicola alla maniera bordolese.
La Toscana era una scelta forse ovvia negli anni 90, ma non tanto ovvia era l’intuizione di orientarsi sulla Maremma, e non sul più gettonato bolgherese, quanto sulla fertile Val di Cornia - Suvereto. Così nel 1997 vengono acquistati i primi ettari, l’inizio di un grande progetto enologico d’amore.
Quercegobbe – Petra è un Merlot in purezza. Colore rubino concentrato. Naso ampio e intrigante, note fruttate di mirtilli, lamponi, amarene, prugne e ancora note balsamiche di mirto, rosmarino e
liquirizia. Corpo denso, ricco, morbido, dai tannini levigati. Vigoroso quanto bilanciato. Fermenta in tini di rovere e affina per 15 mesi in parte in botti nuove da 600 litri e in parte in barrique di secondo passaggio. Infine la sosta in bottiglia per ulteriori 10 mesi.
Abbinamenti: brasati, carni pregiate, tartare di carne, primi piatti ai funghi,tartufo bianco e formaggi. Tagliere di salumi assortito.
Come si produce vino nel segno delle donne, sfuggendo alla retorica? Francesca Moretti risponderebbe «con sensibilità e pragmatismo».
È da oltre duecento anni che il cammino di Petra ha un passo femminile. Anche Elisabetta Bonaparte scelse questo luogo per stabilire il primo nucleo di un progetto agricolo e vitivinicolo.
Due secoli dopo, nel corso di un viaggio in macchina a Bordeaux con il padre Vittorio, Francesca Moretti si innamorava della storia e della cultura degli chateaux e decideva di accantonare l’idea di diventare veterinaria per studiare agraria ed enologia, avviando da subito la ricerca di una proprietà da convertire in azienda vinicola alla maniera bordolese.
La Toscana era una scelta forse ovvia negli anni 90, ma non tanto ovvia era l’intuizione di orientarsi sulla Maremma, e non sul più gettonato bolgherese, quanto sulla fertile Val di Cornia - Suvereto. Così nel 1997 vengono acquistati i primi ettari, l’inizio di un grande progetto enologico d’amore.
Potenti – Petra è un Cabernet Sauvignon in purezza. Il colore è rubino concentrato e brillante, di un’aromaticità ricca di toni e sfumature, su cenni di confetture di more e mirtilli, amarene e spezie,
caffè ed erbe balsamiche. La bocca è possente, vigorosa, in linea con i riconoscimenti del naso, dal carattere fresco e profondo. La fermentazione in tini di legno, segue una maturazione in barrique per 18 mesi e ulteriore affinamento in bottiglia.
Abbinamenti: brasati, carni pregiate, tartare di carne, primi piatti ai funghi,tartufo bianco e formaggi. Tagliere di salumi assortito.
Come si produce vino nel segno delle donne, sfuggendo alla retorica? Francesca Moretti risponderebbe «con sensibilità e pragmatismo».
È da oltre duecento anni che il cammino di Petra ha un passo femminile. Anche Elisabetta Bonaparte scelse questo luogo per stabilire il primo nucleo di un progetto agricolo e vitivinicolo.
Due secoli dopo, nel corso di un viaggio in macchina a Bordeaux con il padre Vittorio, Francesca Moretti si innamorava della storia e della cultura degli chateaux e decideva di accantonare l’idea di diventare veterinaria per studiare agraria ed enologia, avviando da subito la ricerca di una proprietà da convertire in azienda vinicola alla maniera bordolese.
La Toscana era una scelta forse ovvia negli anni 90, ma non tanto ovvia era l’intuizione di orientarsi sulla Maremma, e non sul più gettonato bolgherese, quanto sulla fertile Val di Cornia - Suvereto. Così nel 1997 vengono acquistati i primi ettari, l’inizio di un grande progetto enologico d’amore.
Petra – Petra è composto dall’assemblaggio delle uve Cabernet Sauvignon 60%, Merlot 28%, Cabernet Franc 12%. Simbolo stesso del progetto, tanto da portarne il nome. Le uve vengono vendemmiate manualmente su terreni scelti. Di colore rosso rubino brillante. Al naso, richiama sentori di frutta fresca, mora selvatica, ciliegia e ribes. A questi aromi, si intrecciano note speziate
di caffè e liquirizia, che insieme a note balsamiche, donano un bouquet complesso e fine. Potenza e volume, freschezza e mineralità. Il tannino è equilibrato dove si intravede un’ottima capacità di invecchiamento. Petra affina in barriques di rovere francese, di cui il 25% nuove, per almeno 18 mesi e continua in bottiglia per un periodo minimo di 18 mesi.
Abbinamenti: brasati, carni pregiate, tartare di carne, primi piatti ai funghi,tartufo bianco e formaggi. Tagliere di salumi assortito.